Rondinara (Reggio Emilia) — 2018/2019
L’edificio sorge sulle rive di un torrente nelle montagne reggiane, sul terreno di una fabbrica di ceramiche degli anni ’50 precedentemente demolita per far posto al nuovo edificio.
Il progetto parte dall’esigenza di creare spazi ampi e flessibili, con l’obiettivo di realizzare un edificio che risponda anche all’esigenza di rappresentare l’immagine dell’azienda e garantire una zona di lavoro comoda per gli operatori, e capace anche di dialogare con il luogo. Da qui l’utilizzo di una composizione di volumi semplici, che ha permesso di creare ampi spazi liberi interni e di modulare le altezze in base alle esigenze produttive delle varie aree dell’edificio. Il risultato è una concatenazione di volumi che si intersecano e scorrono tra loro, rompendo la tipica monoliticità degli edifici produttivi e creando un organismo in cui interagiscono forme e materiali differenti.
La caratteristica principale che connota l’intervento risulta essere il trattamento delle facciate, in cui spicca la insolita soluzione delle parti corrispondenti all’area di produzione: ambienti generalmente chiusi e dedicati solo alla funzionalità, qui sono aperti sull’esterno con pareti vetrate complete. Questo permette alle linee di produzione di essere completamente aperte verso il verde circostante, creando un ambiente di lavoro luminoso e gradevole, e allo stesso tempo di creare una facciata visivamente leggera dove il vetro riflette il verde e le montagne, in cui un frangisole metallico dal disegno particolare sembra “smaterializzare” il volume imponente della fabbrica.
La palazzina uffici è a sua volta costituita da diversi volumi accostati tra loro che creano un dinamico effetto di scomposizione dalle imponenti dimensioni. In particolare, la parte più esterna è trattata come se fosse una sottile lamina colorata che dona un carattere vibrante alla composizione retrostante giocata sull’accostamento sobrio dei grigi del cemento e dei rivestimenti metallici.